Restyling in vista per il codice di comportamento dei dipendenti pubblici di cui al DPR 62/2013.
Salvo modifiche in sede di conversione, le novità dell’art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001 (TUPI), previste dall’art. 4 del D.L. 30 aprile 2022, n. 36 (“Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”), dovranno essere recepite nel predetto codice entro il 31 dicembre 2022.
Il Codice di comportamento ex DPR 62/2013
Com’è noto, l’art. 54 del TUPI prevede la definizione da parte del Governo di un codice di comportamento dei dei dipendenti pubblici, successivamente approvato con il DPR 16 aprile 2013, n. 62.
Il codice, che deve essere consegnato al dipendente che lo sottoscrive all’atto dell’assunzione, è finalizzato a garantire la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, la lealtà, l’imparzialità e il servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico.
La medesima norma stabilisce alcuni requisiti minimi del codice:
- la previsione del divieto per i dipendenti pubblici di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità ricollegabili all’espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, ad eccezione dei regali d’uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia;
- la predisposizione di una sezione specifica dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite.
Ai sensi dell’art. 54 del TUPI, la violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all’attuazione del Piano anticorruzione, è fonte di responsabilità disciplinare, ma anche civile, amministrativa e contabile laddove le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti, giungendo al licenziamento disciplinare nell’ipotesi di violazioni gravi o reiterate del codice.
Il Codice di comportamento delle singole amministrazioni
In base a quanto stabilito nel codice di comportamento di cui al DPR 62/2013, ciascuna pubblica amministrazione è obbligata ad adottare – con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione (OIV) – un codice di comportamento che integra e specifica il predetto e sulla cui corretta applicazione sono chiamati a vigilare i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina. Le linee guida per la redazione di tali codici di comportamento sono state fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con delibera n. 75 del 24 ottobre 2013.
Ciascun ente pubblico deve verificare annualmente lo stato di applicazione dei codici e organizzare attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi.
Le novità introdotte dal D.L. 36/2022
Venendo alle novità, il D.L. 36/2022 ha introdotto nell’art. 54 del TUPI il comma 1-bis, ove è previsto che il codice debba contenere una sezione dedicata al corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media da parte dei dipendenti pubblici, anche al fine di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione.
Trattasi di modifica verosimilmente motivata dalla necessità di formalizzare l’esigenza, ormai sempre più sentita, di evitare un utilizzo improprio dei social network da parte dei dipendenti pubblici. Accade, infatti, sempre più spesso che le piattaforme social vengano utilizzate per la condivisione di immagini e contenuti senza tenere in dovuta considerazione le conseguenze che potrebbero discenderne.
Con particolare riferimento ai dipendenti pubblici, tale circostanza comporta la necessità di bilanciare la libertà di espressione e il diritto di critica, costituzionalmente garantiti, con l’esigenza di tutelare l’immagine della PA, che potrebbe essere fortemente danneggiata a seguito della condivisione di contenuti impropri.
In tal senso, se è vero che i principi generali di condotta contenuti nel codice di comportamento dovrebbero essere già sufficienti ad arginare comportamenti inadeguati anche con riferimento all’uso delle tecnologie informatiche, è altresì vero che l’introduzione di una sezione ad hoc del codice servirà a puntualizzare meglio eventuali ulteriori obblighi specifici a tutela dell’immagine della PA.
Come accennato, il DPR 62/2013 dovrà essere modificato entro il 31 dicembre 2022; se ne desume, in via interpretativa, che a seguire saranno aggiornate anche le linee guida ANAC e solo successivamente potranno essere aggiornatitutti i codici di comportamento già adottati dagli enti pubblici e dalle altre amministrazioni pubbliche (ad es. società e altri enti di diritto privato in controllo pubblico). Ciò comporterà un intervento ragionato su tali codici, al fine di operare le dovute modifiche nel rispetto delle contrapposte esigenze dinanzi esposte.
Da ultimo, mette conto evidenziare anche la modifica del comma 7 dell’art. 54, attraverso la quale viene imposto alle pubbliche amministrazioni l’obbligo di prevedere lo svolgimento di un ciclo formativo – di durata e intensità proporzionale al grado di responsabilità e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili – sui temi dell’etica pubblica e sul comportamento etico. In tal caso, è lecito ritenere che la modifica sia immediatamente operativa e, di conseguenza, che le amministrazioni pubbliche debbano già inserire le predette materie nell’ambito dei loro programmi formativi e attivarsi per l’organizzazione dei relativi corsi entro l’anno.