Lo scorso 18 luglio 2022, dopo un cammino tutt’altro che semplice, il Consiglio UE ha approvato in via definitiva il Digital Markets Act (DMA). La nuova legge europea sui mercati digitali mira ad assicurarne le condizioni di parità, stabilendo norme e impegni chiari per le grandi piattaforme online (“gatekeeper“) come Facebook, Amazon, Google, etc. garantendo che nessuna di esse abusi delle proprie posizioni e quote di mercato.
UN INTERVENTO NORMATIVO DOVEROSO
Il quadro giuridico dell’UE in materia di servizi digitali non vedeva sostanziali aggiornamenti sin dall’adozione della direttiva sul commercio elettronico nel lontano 2000.
Quanto alle regole sulla competitività e la concorrenza interne, invece, è doveroso citare gli artt. 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). L’articolo 101 riguarda gli accordi anticoncorrenziali e le pratiche concordate che possono incidere sugli scambi tra Stati membri o ridurre la concorrenza nel mercato comune. L’articolo 102 mira a contrastare l’abuso di posizione dominante.
Detta normativa è divenuta inadeguata alla luce delle tecnologie e dei modelli di business che, nel settore digitale, sono cambiati con un una rapidità senza pari, rendendo necessario l’intervento delle autorità europee e nazionali al fine di rafforzare il quadro legislativo.
Il DMA si inserisce in un contesto in cui tra UE e USA, sotto l’amministrazione Biden, è in corso un tentativo di ricostruire un rapporto di collaborazione deteriorato dopo le tensioni emerse durante la presidenza Trump.
La Commissione Europea ha sottolineato la necessità di una cooperazione tra l’Unione e gli Stati Uniti per affrontare la posizione dominante delle piattaforme online e delle big tech, considerate dannose. Nel gennaio 2021, la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, ha dichiarato che USA e UE condividono la stessa posizione in merito alla regolamentazione delle società tecnologiche e, nel discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel febbraio 2021, ha invitato gli Stati Uniti a unirsi all’Unione Europea nelle loro iniziative al fine di creare regole nell’economia digitale che possano essere <<valide in tutto il mondo>>.
IL PERCORSO
La proposta legislativa del DMA, unitamente a quella del Digital Services Act (DSA), è stata presentata dalla Commissione Europea al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’Unione Europea il 15 dicembre 2020 nell’ambito della strategia digitale europea intitolata Shaping Europe’s Futuro digitale.
Il DMA è stato presentato dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea e Commissario Europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager, e dal Commissario Europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton.
Il 24 marzo 2022 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla DMA, che è stato approvato dai rappresentanti degli Stati membri dell’UE l’11 maggio 2022, prima della definitiva approvazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea dello scorso 18 luglio.
L’accordo provvisorio sul DSA, invece, raggiunto il 23 aprile 2022 e adottato dal Parlamento Europeo il 5 luglio, dovrebbe essere adottato definitivamente dal Consiglio nel settembre 2022.
DMA, CPS E GATEKEEPER
Il DMA copre otto diversi settori, identificati come Core Platforms Services (CPS):
- motori di ricerca online (es. Google Search)
- servizi di intermediazione online (es. Google Play Store, App Store di Apple)
- social network (es. Facebook)
- piattaforme di condivisione video (es. YouTube)
- piattaforme di comunicazione (es. WhatsApp, Gmail)
- servizi pubblicitari (es. Google Ads)
- sistemi operativi (es. Android, iOS)
- servizi cloud (es. Amazon Web Services)
I CPS sono considerati particolarmente problematici dalla Commissione Europea per la presenza dei c.d. “gatekeeper” che, in una certa misura, incidono sulla contestabilità del mercato. Sono da considerarsi tali le imprese, operanti nei suddetti settori, con un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro, o con almeno 45 milioni di utenti mensili e una posizione di mercato stabile e duratura.
Se una grande piattaforma online è identificata come gatekeeper, dovrà conformarsi alle norme della legge sui mercati digitali entro sei mesi.
I NUOVI OBBLIGHI
Come anticipato, al fine di prevenire l’abuso di posizione dominante da parte dei gatekeeper, il DMA stabilisce nuove regole a cui questi dovranno conformarsi:
- garantire la stessa facilità di annullamento e abbonamento ai servizi di piattaforma di base;
- garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea;
- dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di prestazione del consenso marketing o pubblicitaria sulla piattaforma;
- informare la Commissione Europea in merito alle acquisizioni e fusioni da essi realizzate;
- informare la Commissione Europea circa il raggiungimento delle soglie per essere considerati gatekeeper. In tale ultima ipotesi, nel caso in cui dovesse essere designata come gatekeeper, l’impresa sarà tenuta a condurre una revisione indipendente sulle tecniche di profilazione dei consumatori adottate e a sottoporle alla Commissione.
A tali obblighi, il DMA aggiunge, altresì, nuovi divieti per i gatekeeper, che non potranno più:
- promuover eccessivamente i propri prodotti
- imporre il proprio metodo di pagamento come unico possibilità di pagamento;
- riutilizzare, ai fini di un altro servizio, i dati personali raccolti nel corso di un servizio
- imporre condizioni inique agli utenti commerciali;
- preinstallare determinate applicazioni o software;
- imporre limitazioni agli utenti commerciali;
- ricorrere a determinate pratiche di vendita aggregate.
POTERI DI INDAGINE E MECCANISMI SANZIONATORI DELLA COMMISSIONE EUROPEA
In caso di inosservanza sistematica della legge sui mercati digitali da parte di un gatekeeper – intendendosi per tale un numero di tre violazioni nell’arco di otto anni – la Commissione europea può avviare un’indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi comportamentali o strutturali.
Tali indagini di mercato sono principalmente destinate a:
- precisare gli obblighi imposti ai gatekeeper e monitorarne il rispetto (Art. 16);
- designare i guardiani (art. 15)
- individuare nuovi servizi e pratiche che possono essere soggetti agli obblighi di cui all’art. 5 e art. 6 (art. 17).
Le sanzioni per i gatekeeper in caso di non conformità o non conformità sistematica sono rappresentate da sanzioni fino al 10% del fatturato mondiale o – in caso di recidiva – fino al 20% del fatturato mondiale.
REAZIONI E PROSSIMI PASSI
Il DMA ha visto definitivamente la luce a pochi giorni dall’ingresso della Repubblica Ceca nel suo semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. <<Con l’adozione definitiva della legge sui mercati digitali, le grandi piattaforme online saranno finalmente responsabili delle proprie azioni. I gatekeeper a cui si riferisce questa legge sono onnipresenti. Tuttavia, il loro potere cresce in misura tale da incidere negativamente sulla concorrenza>>, ha detto il viceministro ceco per la digitalizzazione e ministro dello sviluppo regionale Ivan Bartoš.
Il DMA, in tal senso, è la risposta dell’UE alla necessità di regolamentare lo spazio digitale. Insieme, la legge sui servizi digitali (DSA) e la legge sui mercati digitali (DMA) definiscono un quadro normativo finalizzato a disciplinare l’operato sul mercato europeo dei giganti digitali, la maggior parte dei quali a trazione statunitense.
E proprio dall’amministrazione Biden non è ancora trapelata alcuna nota sul Digital Markets Act europeo. Stanno crescendo, tuttavia, oltreoceano gli stessi dibattiti sulla posizione dominante delle big tech. Già nel dicembre 2020 è stata aperta una causa antitrust dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti e da 46 stati americani contro Facebook, accusata si aver abusato della sua posizione dominante e aver esercitato per diversi anni una condotta anticoncorrenziale. In un documento pubblicato a marzo 2021, il Congressional Research Service, un think tank del governo americano che informa i membri del Congresso degli Stati Uniti, ha evidenziato come le nuove iniziative normative sul digitale dell’Unione Europea, compreso il Digital Markets Act, potrebbero essere strumenti utili ad agevolare la cooperazione futura tra l’UE e gli Stati Uniti, sottolineando al contempo il potenziale impatto sull’economia statunitense. In attesa di ulteriori sviluppi dal versante statunitense, l’Europa compie un passo importante: dopo l’approvazione del 18 luglio, la firma del Presidente del Parlamento Europeo e del Presidente del Consiglio Europeo, il DMA sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e entrerà in vigore sei mesi dopo.