Il 21 novembre l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha pubblicato sul proprio sito la notizia della definitiva approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) per il triennio 2023-2025. Il PNA 2022 diverrà operativo solo a seguito del visto ricevuto dal Comitato interministeriale e dalla Conferenza unificata e, quindi, secondo le previsioni dell’Autorità, non prima del prossimo dicembre.
Il Piano era stato posto in pubblica consultazione sul sito dell’Autorità dallo scorso 24 giugno e fino al 15 settembre 2022, termine ultimo entro cui è stato possibile presentare osservazioni per mezzo di un apposito modulo messo a disposizione di chiunque volesse inviare il proprio contributo.
Le principali novità
Già dalla lettura dello schema di PNA 2022, non v’era dubbio alcuno sulla portata decisamente innovativa del suo contenuto rispetto ai precedenti Piani. Tanto è confermato dal comunicato dell’ANAC del 21 novembre in cui è posto l’accento su alcune delle più significative novità che saranno introdotte con il Piano:
- il rafforzamento del <<legame tra battaglia antiriciclaggio e lotta anticorruzione>>;
- la predisposizione di apposite Linee Guida – a cui l’ANAC sta già lavorando – circa la disciplina del pantouflage;
- la previsione di semplificazioni destinate alle amministrazioni con meno di 50 dipendenti;
- in tema di trasparenza, la rivisitazione delle modalità di pubblicazione dei contratti pubblici.
Gli obiettivi del Piano
Tra i principali obiettivi del PNA 2022 figura quello del rafforzamento dell’integrità pubblica e dell’efficacia dei presidi anticorruzione.
Tale esigenza deriva dalla necessità di far fronte alla gestione del notevole flusso di denaro proveniente dall’Europa, alle numerose deroghe alla legislazione ordinaria legate all’emergenza sanitaria nonché alla prossima attuazione del PNRR senza che ciò vada a pregiudicare gli sforzi di semplificazione delle procedure amministrative.
Il Piano è suddiviso in due parti:
- “parte generale” – volta supportare i RPCT e le amministrazioni nella pianificazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza, alcune delle quali in modalità semplificata per le amministrazioni e gli enti con meno di 50 dipendenti;
- “parte speciale” – dedicata ad alcuni approfondimenti sui contratti pubblici.
Misure antiriciclaggio
Come anticipato, tra le novità previste nel Piano, al fine di contrastare fenomeni di corruzione e riciclaggio, sono state previste due misure di prevenzione:
- per i RPCT, l’impegno a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta di cui si venga a conoscenza all’interno della pubblica amministrazione e delle stazioni appaltanti;
- per le stazioni appaltanti, l’identificazione del titolare effettivo delle società che concorrono all’aggiudicazione di appalti pubblici al fine di impedire partecipazioni sospette.
Lo scopo, come dichiarato dallo stesso Presidente dell’ANAC Giuseppe Busia, è quello di consentire alle Pubbliche amministrazioni di <<conoscere chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l’appalto, evitando così corruzione e riciclaggio>>.
Pantouflage
Particolare attenzione è stata dedicata al divieto di pantouflage sancito dal d.lgs. n. 165/2001, le c.d. <<porte scorrevoli>>. In virtù di tale disciplina, i dipendenti pubblici non possono essere assunti o svolgere incarichi per gli stessi soggetti privati in favore dei quali hanno emanato provvedimenti nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, pena la nullità dei contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di tali regole.
Ebbene, nello svolgimento dell’attività di vigilanza, l’Autorità ha rilevato numerosi problemi attuativi di tale istituto anche a causa di una legislazione particolarmente lacunosa.
Per tale ragione, oltre ad offrire alcuni chiarimenti e soluzioni operative, l’ANAC sta lavorando alla predisposizione di apposite Linee Guida che riguarderanno, principalmente, la regolamentazione dell’attività di vigilanza e sanzionatoria e aiuteranno le PP.AA. <<ad applicare con più fermezza e definizione il divieto stabilito dalla legge>>.
Semplificazioni per PP.AA. con meno di 50 dipendenti
Per gli enti con meno di 50 dipendenti l’ANAC ha previsto nel Piano una serie di semplificazioni tra cui, in primis:
- la previsione di un’unica programmazione per il triennio;
- la riduzione degli oneri di monitoraggio sull’attuazione delle misure del piano <<solo dove il rischio è maggiore>>.
La trasparenza dei contratti pubblici
Come premesso, l’Autorità ha destinato la parte speciale del PNA ai contratti pubblici, stante il grande rilievo che tale disciplina assume nelle riforme previste dal PNRR e nelle attività della stessa ANAC.
È evidente, quindi, che i principi e gli obblighi in materia di trasparenza rivestono un ruolo di fondamentale importanza.
La trasparenza dei contratti pubblici trova fondamento giuridico nella legislazione speciale del Codice dei Contratti pubblici (d.lgs. n. 50/2016) e nella disciplina generale in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza (L. n. 190/2012 e d.lgs. n. 33/2013). Con riferimento agli appalti pubblici, gli obblighi in materia di trasparenza sono assolti, oggi, grazie alla completa digitalizzazione del ciclo di un appalto pubblico, ex art. 58 del D.lgs. n. 50/2016.
Nello specifico, nel Piano è stato previsto dall’Autorità che le pubblicazioni sui siti delle PP.AA. dovranno avvenire in ordine di appalto piuttosto che in ordine temporale di emanazione degli atti, <<in modo che l’utente e il cittadino possano conoscere l’evolversi di un contratto pubblico, con allegati tutti gli atti di riferimento>>. Tale ultima misura rientra in una serie di interventi che, nello schema di PNA, l’ANAC ha definito come <<agili e al contempo utili>>, atteso che – per esplicita ammissione dell’Autorità – la legislazione “speciale” è stata ritenuta <<complessa e non sempre chiara>>.